Ottiene un indizio con rito esoterico e denuncia una donna di Sorso per furto

Dal rito esoterico al processo, il caso a Sorso.

Un’accusa di furto giustificata da un indizio ottenuto attraverso un rito esoterico si è conclusa con l’assoluzione in appello per una 58enne di Sorso. La vicenda ha preso origine dalla denuncia presentata da un’anziana compaesana, che nel frattempo è deceduta. Quest’ultima, in seguito a un rito definito “credi”, aveva ottenuto le iniziali del presunto responsabile del furto di alcuni monili d’oro. Ritrovando una corrispondenza tra quelle iniziali e una conoscente, aveva deciso di denunciarla.

L’imputata, inizialmente condannata a sei mesi in primo grado, è stata assolta dai giudici di secondo grado del tribunale di Sassari con la formula “perché il fatto non sussiste”. L’avvocato difensore della donna ha dimostrato che il quadro probatorio era del tutto insufficiente per confermare con certezza la responsabilità della donna.

Il rito esoterico aveva ingenerato il sospetto nella donna, che credeva di aver trovato la conferma dell’indizio in due foto di una collana e di un anello che erano stati venduti dalla compaesana a un compro oro. L’anziana li aveva riconosciuti come propri attraverso le foto. Ma le verifiche successive hanno dimostrato che quei gioielli appartenevano all’imputata da tempi nettamente precedenti al furto, – la collana era addirittura la catenina del battesimo -,. Ed erano piuttosto diversi: li aveva ceduti per necessità economiche.

Come scrive La Nuova Sardegna, i giudici hanno concluso che le accuse rivolte alla donna fossero influenzate più da pregiudizi, alimentati anche da un rito esoterico, più che da elementi fattuali.

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