Sgarbi non delude a Sorso.
Numerose persone, ieri sera, hanno preso parte alla lectio magistralis di Vittorio Sgarbi, tenuta in piazza San Pantaleo a Sorso. Il critico d’arte è giunto nel centro romangino intorno alle 21 e la prima tappa è stata all’interno della parrocchia di San Pantaleo, dove ha potuto ammirare alcune opere di Giuliano Leonardi.
Una volta salito sul palco, ha incantato il pubblico con una lezione sull’arte e il vino. Non prima di aver ricordato il suo percorso politico, che è nato in Sardegna e gli ha concesso, per la prima volta, di entrare in Parlamento.
“Per me Cossiga è stato un grande punto di riferimento, così come Berlinguer che pure aveva una sua concezione di Stato – ha affermato il critico -. La mia carriera politica è iniziata con una tripla candidatura alla Camera nei collegi dell’Umbria, Sicilia e Sardegna. Nella vostra regione sono stato eletto prendendo il triplo dei voti rispetto a quelli ottenuti in Sicilia. Lì i voti si danno secondo schemi mafiosi che qui, fortunatamente, non ci sono. Sempre in Sardegna ho stretto amicizia con Nichi Grauso e insieme violammo l’embargo in Libia per liberare gli ostaggi”.
Sgarbi fa tappa a Sorso per parlare di bellezza, di arte e di vino
Ma, l’attacco più forte è stato quello contro il governo Conte e la chiusura, ritenuta ingiusta: “Aspettano una seconda ondata. Eppure ci sono numerosi ammalati di epatite C che potrebbero aggravarsi e nessuno se ne preoccupa. Ho come l’impressione che il Governo aspetta ordini da altri. Non a caso siamo gli unici, in Europa, ad avere lo stato di emergenza”.
Una volta iniziata la Lectio, Sgarbi ha incantato i presenti, ben distanziati per le norme di contenimento del coronavirus, parlando del rapporto tra il vino e l’arte. Un elemento importantissimo, quello del frutto della vite che, come ha sottolineato il critico d’arte, nella cristianità diventa sangue di Cristo, non come immagine, ma sostanza reale. Elemento, il vino, che è stato rappresentato in tantissimi dipinti e in diverse sfaccettature come quelle del Bacco.
Infine, sceso dal palco, sono stati numerosi i giovani che gli hanno chiesto un selfie. Poi una breve passeggiata verso la chiesetta di Santa Croce dove ha ammirato i simulacri lignei e l’altare risalente al XV secolo.