Da Schifanoia a Strangolagalli, c’è anche Sorso tra i paesi coi nomi più strani

L’app Babbel ha stilato l’elenco dei 20 paesi coi nomi più strani: c’è anche Sorso

Da Bomba a Pace, passando per Schifanoia, c’è anche Sorso tra i venti paesi coi nomi più strani selezionati dall’app Babbel. “Con l’arrivo delle festività di aprile, durante le quali molte persone si dedicheranno all’esplorazione del Belpaese, Babbel, l’app che promuove la comprensione reciproca attraverso le lingue, ha individuato 20 tra comuni, cittadine e borghi italiani con i nomi più originali, offrendo un viaggio virtuale da Nord a Sud alla scoperta di antiche tradizioni e curiosità inaspettate”.

Sorso in Sardegna: numerose sono le ipotesi relative all’origine del nome di questa città in provincia di Sassari abitata dai “sorsensi” o “sorsinchi”. La più suggestiva, ma anche la meno accreditata la associa al vino, vista la grande tradizione vinicola della zona conosciuta per il Vermentino di Sorso. Più verosimilmente, il toponimo ha avuto origine dall’avverbio latino “sursum versus” (ovvero “in su” o “verso l’alto”) ad indicare la posizione leggermente sopraelevata del paese rispetto alla pianura circostante”.

I paesi del nord

Cocconato in Piemonte: il nome curioso di questo caratteristico borgo nel Monferrato che ricorda un frutto tropicale in realtà sembra derivare dal latino “cum conatu”, in riferimento allo sforzo fisico necessario per raggiungere la sommità della collina su cui si trova il paese. Gli abitanti del piccolo borgo sono i “cocconatesi”.

Trepalle in Lombardia: frazione di Livigno in provincia di Sondrio, è uno dei paesi abitati più alti d’Italia. Il suo nome curioso sarebbe legato, secondo leggende folcloristiche locali, al fatto che i primi abitanti del paese, pastori originari di Pedenosso, costruirono una capanna a “tre pali”, simile a una tenda indiana. Secondo altre teorie l’origine sarebbe dovuta all’associazione con i “Tre valichi” o “Tre passi”, che in dialetto locale potrebbero essere stati trasformati foneticamente nel tempo. Infatti, la zona è effettivamente vicina a tre valichi montani: il Passo d’Eira, il Passo del Foscagno e il Passo Trela. Il dato certo è che oggi gli abitanti della città sono denominati “trepallini”.

Arco in Trentino Alto Adige: le origini del nome di questo comune in provincia di Trento sono incerte. Alcuni ritengono che derivi dal latino “arx” (“rocca”), mentre altri lo collegano al gotico “arch” (“fortezza”). Curioso come il termine rifletta la disposizione delle abitazioni del centro storico, che formano un arco attorno alla rupe dell’antico castello. Gli abitanti non si chiamano arcieri, ma “arcensi”.

Malcontenta in Veneto: località in provincia di Venezia che vanta una caratteristica peculiare: è sia una frazione del comune di Mira sia parte della municipalità di Marghera. Il nome Malcontenta è legato all’idrografia del territorio: il canale che convoglia le acque del Brenta era infatti conosciuto come “fossa dei malcontenti”. Inoltre, il toponimo potrebbe derivare dall’antica denominazione del fiume Brenta, noto come la “mala contempta” (“mal considerata”).

Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto in Friuli-Venezia Giulia: il nome di entrambi questi comuni in provincia di Pordenone, a prima vista, potrebbe far pensare al tramonto del sole o della luna, ma in realtà deriva dal termine in antico friulano “Tramons”, che significa “tra i monti”. Questo toponimo descrive perfettamente la posizione geografica di questi paesi incastonati tra le montagne e in cui abitano i “tramontini”. Come notano gli esperti di Babbel, il friulano ha lasciato un’impronta profonda nella toponomastica regionale: “Tramons” è un esempio prezioso di come le lingue minoritarie sopravvivano nei nomi dei luoghi.

Ne in Liguria: insieme a Re (Piemonte) e Vo’ (Veneto), il comune sparso degli abitanti “neesi” in provincia di Genova detiene il primato per il nome più corto d’Italia. Le origini del nome sono incerte: una delle teorie più accreditate ritiene che derivi da una forma abbreviata del latino “nemus” (“bosco artificiale”), con riferimento alle piantagioni di ulivi, che si presume fossero presenti in questo territorio fin dall’antichità.

Rottofreno in Emilia Romagna: anche il nome di questo comune in provincia di Piacenza ha un’origine misteriosa. Secondo una leggenda locale, sarebbe legato al passaggio del generale cartaginese Annibale, che si sarebbe fermato in questa località a causa della rottura del morso del suo cavallo, da qui il nome “Rotto-freno”. Sebbene non esistano fonti storiche certe a sostegno di questa ipotesi, lo stemma del paese sembra richiamare la leggenda: vi è raffigurata la testa di un cavallo bianco con in bocca un morso d’oro spezzato. Questa storia è ormai parte dell’identità del paese dei “rottofrenesi”.

Rhêmes-Notre-Dame in Valle D’Aosta: in questa località non si trova la cattedrale gotica parigina, ma le vette incontaminate del Parco Nazionale del Gran Paradiso. L’origine del nome di questo comune della Valle d’Aosta è legata sia alla geografia del luogo sia alla tradizione religiosa. “Rhêmes” potrebbe derivare dal termine celtico “remes”, che significa “corso d’acqua”, in riferimento al torrente che attraversa la valle, oppure dal piemontese “remma” (“trave”). “Notre-Dame”, invece, richiamala devozione del comune dei “rhêmeins” alla Madonna.

I nomi strani nel centro

Strangolagalli nel Lazio: una delle leggende del nome di questo borgo medievale in provincia di Frosinone dove vivono gli “strangolagallesi” risale al patrizio romano Astragalo Gallo, che avrebbe posseduto una residenza di campagna nella zona, conferendogli così un’origine nobile. Un’altra versione più pittoresca racconta che il nome deriva da un antico assedio: il nemico aveva stabilito di attaccare al canto del gallo, ma gli abitanti, per scongiurare l’assalto, strangolarono tutti i galli del paese nella notte.

Acqualagna nelle Marche: la cittadina, abitata dagli “acqualagnesi” e situata nell’entroterra della provincia di Pesaro e Urbino, è conosciuta come la “Capitale del Tartufo” e, nonostante il nome possa evocare lamenti e piagnucolii, ha origini storiche legate al fiume Burano. Una teoria lo fa risalire al latino “aqua lanea” (“acqua della battaglia”), in ricordo di uno scontro che si è tenuto tra Goti e Bizantini nell’area. Un’altra ipotesi lo collega all’antico toponimo “Aquelame”, da “Acqua-lama”, ovvero “acqua pantanosa”, in riferimento agli acquitrini che un tempo caratterizzavano la confluenza del Burano nel Candigliano.

La California in Toscana: frazione di Bibbona, in provincia di Livorno, il cui nome è legato al “sogno americano”. A metà dell’Ottocento, il livornese Leonetto Cipriani fu nominato da Cavour console onorario di San Francisco e partì per gli Stati Uniti con grandi aspettative. Tuttavia, la sua permanenza fu breve e, rientrato in Italia nel 1855, decise di chiamare “La California” un piccolo borgo di contadini e pescatori. Così, proprio come negli Stati Uniti, anche qui i residenti sono chiamati “californiani”.

Schifanoia in Umbria: questa piccola frazione del comune di Narni, in provincia di Terni, è abitata da un numero ridotto di residenti, noti come “schifannoiani”. Il nome di Schifanoia affonda le sue radici nella transumanza delle greggi provenienti dal Lazio: fino all’Ottocento, infatti, l’economia locale si basava principalmente sulla pastorizia e sull’agricoltura. L’etimologia del toponimo deriva dai termini dialettali “schiffa”, che significa “vedetta”, e “noja”, che indica il “pascolo”, a testimonianza del profondo legame del borgo con queste attività. Un’interpretazione alternativa suggerisce un’origine latina del nome, traducibile come “schifare” (“evitare”) la noia.

Anche il sud non scherza

Bomba in Abruzzo: un errore di trascrizione può essere tramandato per generazioni, e potrebbe essere proprio questa l’origine del nome della cittadina dei “bombesi” in provincia di Chieti. Tra le ipotesi più plausibili, infatti, si pensa che il toponimo derivi da una trascrizione errata di “Burba”, un pezzo del territorio, che nel 1058 venne riportato come “Bumba” sui documenti ufficiali.

Gorgoglione in Basilicata: il borgo dei “gorgoglionesi”, immerso nella suggestiva cornice della collina materana, ha un toponimo onomatopeico che richiama il verbo “gorgogliare”, riferito al suono dell’acqua che scorre. Una delle ipotesi etimologiche lo collega proprio a questa assonanza, facendolo derivare dal gorgoglio delle acque del torrente Vallone. Un’altra teoria, invece, attribuisce l’origine del nome al termine latino “Gurguglionis”, “insetto del grano”, per la forma sinuosa del paese che richiamerebbe la fisionomia dell’insetto.

Filadelfia in Calabria: questa cittadina venne fondata nel 1783 per accogliere gli abitanti di alcuni paesi limitrofi, in particolare Castelmonardo, distrutti da un violento terremoto. Condivide con la città statunitense l’origine del nome, che deriva dal greco “Philadelpheia” ovvero “amore fraterno” (dal greco antico “ϕίλος” – amore e “ἀδελφός” – fratello) e che venne scelto dai calabresi per simboleggiare l’unione delle diverse comunità riunite in una nuova città, abitata ora dai “filadelfesi”.

Furore in Campania: questo comune in provincia di Salerno è uno dei più suggestivi della costiera amalfitana. Si ritiene che il nome del borgo dei “furoresi” derivi dal fragore del mare: durante le tempeste, le onde che si infrangono contro gli scogli producono un rumore assordante e spaventoso. Già in epoca romana, il borgo era noto come “Terra Furoris”, a sottolineare la forza impetuosa del mare in questa zona.

Portocannone in Molise: l’origine del nome di questo piccolo comune in provincia di Campobasso è incerta e, a prima vista, potrebbe richiamare l’artiglieria, ma in realtà non ha nulla a che fare con i cannoni. Una teoria lo fa derivare da “Portocanduni”, attestato nel 1320, dove “porto” significherebbe “rifugio” e “canduni” (dal latino medievale) potrebbe indicare un luogo basso o, secondo un’altra ipotesi, il cognome di una famiglia signorile vissuta nell’area. È curioso come il paese dei “portocannonesi” sia legato alla comunità arbëreshë, ovvero gli albanesi d’Italia, che si insediarono qui nel XV secolo, lasciando un’influenza che perdura ancora oggi su lingua e cultura locale.

Monopoli in Puglia: situata sulla costa adriatica tra Bari e Brindisi, è spesso confusa con il nome del celebre gioco da tavolo Monopoly, ma i loro significati sono ben distinti! Mentre il gioco prende il nome dal concetto economico di “monopolio”, l’origine del nome di Monopoli è legata alla sua posizione strategica. Secondo una teoria, i siracusani la consideravano l’unico porto sicuro tra Siponto e Brindisi, chiamandola in greco antico “Μόνη Πόλις” (“città sola”). Un’altra ipotesi ricollega invece la denominazione del paese dei “monopolitani” alla caduta dell’Impero Romano e alla distruzione della città di Egnazia: gli abitanti superstiti si rifugiarono a Monopoli, formando “un’unica città” con i locali.

Pace in Sicilia: si tratta di uno dei rioni costieri di Messina, lungo la litoranea nord della città, tra i torrenti Annunziata e Sant’Agata. Curiosamente, questo borgo si trova vicino ai rioni Paradiso e Contemplazione, formando insieme l’inizio della fascia costiera settentrionale, tanto che i locali affermano che: “U paradisu si trova a Missina”. Il toponimo deriva da un’antica chiesa, la Madonna della Pace, distrutta dal terremoto del 1908. Gli abitanti sono chiamati “pacioti”.

Condividi l'articolo