Intervista Pellegatti: l’addio a Berlusconi e il suo Milan

Intervista a Carlo Pellegatti, giornalista tifoso Milan, grande appassionato di calcio. Pellegatti ci racconta del suo rapporto con Berlusconi, dell’addio di Maldini e dei possibili nuovi arrivi.

Carlo Pellegatti, volto noto di Mediaset e grande tifoso del Milan, ha risposto ad alcune domande sui rossoneri, sulla morte di Berlusconi e sul futuro della squadra. L’intervista esclusiva parte con un tributo alla memoria di Silvio, grande presidente del club nel suo momento di massimo fulgore, tante Coppe Campioni vinte e tanti campionati. Il giornalista parla di lui come di un maestro, che, quando non era ancora ancora impegnato in politica, seguiva tutte le trasmissioni e insegnava loro come essere professionisti.

Pellegatti continua ricordando la raccomandazione di guardare l’interlocutore negli occhi, senza leggere le domande e senza distrarsi tra una domanda e un’altra. I giovani, a volte, sono meno concentrati ma gli insegnamenti di Silvio restano fondamentali. Carlo, però, sostiene che bisogna ancora di più amare la vita, proprio come Berlusconi stesso ha sempre fatto.

Continuando a parlare di addii c’è un caso che ha destato particolarmente scalpore a fine campionato: l’addio di Maldini e Massara alla dirigenza del Milan. Una separazione che è stata un trauma, con i tifosi rossoneri che sono rimasti scioccati. Maldini non era solo responsabile del mercato ma anche una vera e propria icona del calcio milanista nella storia.

Paolo, infatti, avrebbe festeggiato i 70 anni di un Maldini nella storia rossonera, visto che il padre Cesare aveva iniziato nel 1954. Certo, non si può andare contro la squadra, non è che mandato via Maldini non si tifi Milan ma è stato uno shock per tutti.

Quali sono i nomi interessanti per il nuovo Milan?

Tra i tanti giovani, Pellegatti punta su Marcus Thuram, ottimo attaccante ora al Borussia M’gladbach, e su Sinisterra, giocatore di fascia del Leeds. Chiaro che anche Milinkovic-Savic come numero 10 possa essere un grande acquisto ma sembra un po’ più lontano. Si parla anche del post Pioli e, in questo caso, Pellegatti è un po’ più restio. Dice, infatti, che Pioli ha un altro anno di contratto e che, se proprio dovesse fare un nome per il nuovo Milan gli piacerebbe De Zerbi con Sarri e Italiano come altri nomi papabili.

L’addio di Ibrahimovic, poi, ha cambiato ancora un po’ il volto dei rossoneri ma Pellegatti non lo vede come allenatore ma come club manager, una sorta di congiunzione tra squadra e società.

Qual è il pronostico per il prossimo anno?

Per Carlo il Milan deve sempre puntare al massimo. Sarebbe bello vincere la Champions, ovviamente, i gironi non contano, conta arrivare bene alle fasi finali. Paolo Maldini, in un’intervista di qualche settimana fa, aveva parlato di Istanbul 2005, città stregata per i rossoneri. Il Milan, infatti, è arrivato alle semifinali con l’Inter senza i suoi giocatori migliori e, purtroppo, non ha potuto essere all’altezza dei nerazzurri. Ha dimostrato, invece, carattere contro un Napoli imballato dall’emozione.

Milan, comunque, in Champions il prossimo anno, nonostante Mourinho abbia parlato di “campionato falsato” con la penalità inflitta alla Juventus. Pellegatti non è d’accordo, il Milan ha vinto sul campo i suoi punti. E Mourinho non è un allenatore che gli piace, con un gioco che non rientra nei suoi gusti ma che porta risultati.

Qual è stata la grande sorpresa del campionato?

Il Napoli non è stato una grande sorpresa. Già l’anno scorso, infatti, con il Milan, ha vinto sempre nelle prime 10 di campionato. Se il Napoli avesse continuato quel ruolino di marcia anche nella tarda primavera avrebbe vinto lo scudetto già nel 2022. Probabilmente la più grande sorpresa del campionato è stata, invece, la Lazio che è sempre ripartita e ha finito alla grande.

Come riportare l’appeal della Serie A ai fasti di un tempo?

Nonostante 3 squadre italiane nelle tre finali europee, la Premier League riscuote sempre il suo fascino. Serve, per Pellegatti, che ci siano stadi nuovi, mentalità nuova, energia all’americana come quella di Commisso, presidente della Fiorentina.

Tanti soprannomi, tante telecronache

Pellegatti è famoso per aver dato soprannomi a tanti giocatori. Ad esempio Leao è Rafa ormai per tutti, così come Mahatma Baresi, lo squalo bianco Galli o collo d’acciaio Hateley. Nano gigante Icardi, invece, è, forse, il soprannome che più gli fa piacere ricordare.


Icardi non è stato un giocatore famosissimo ma era proprio un nano gigante che Pellegatti sostiene, nell’intervista, fosse un iiquore, una bevanda piccola e molto forte da fine pasto, di quelle un po’ antiche.

L’intervista più bella e quella più brutta

Pellegatti, rossonero dal 1957 come recita la sua biografia di Instagram, ricorda con affetto proprio le interviste a Berlusconi, interviste partìcolari in cui si dovevano fare domande stimolanti e intelligenti. Si doveva essere bravi a captare anche le sue famose “chiuse”. Alla fine delle 6, 7 domande d’ordinanza, il presidente amava fare una chiusa aulica, proprio per il suo grande senso televisivo, affinché il pezzo si chiudesse forte.

 La peggiore intervista, forse, quella ad Ancelotti dopo Istanbul 2005 ma, proprio per dare speranza ai tifosi, dopo un Istanbul c’è sempre un Atene (sede della vittoria della Champions League 2007 in cui il Milan battè il Liverpool per 2 a 1).

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