Il presidente della Torres Sechi sul campionato.
Il presidente della Torres Salvatore Sechi scende in campo. Non dà calci a un pallone ma sceglie il pressing a zona su tre fasce tematiche: covid, istituzioni, futuro della società. Sul disastroso esordio dei suoi in serie D – 5 sconfitte su cinque partite – non parla (se ne sta occupando il neo direttore sportivo Degli Esposti), sul resto, durante l’intervista, sceglie l’offensiva. A partire dal nemico più temibile in circolazione, il coronavirus.
“Diamo priorità all’aspetto sanitario. Si vada oltre le stupidità del calcio”. È però inevitabile chiedersi quale sia lo stato delle cose nella categoria dei dilettanti. “Troppi ritardi. Chi deve decidere è in alto mare”, scandisce Sechi, alla guida dei rossoblu sassaresi dal 2017. Mancano certezze. “L’Ats territoriale raccomanda di mettere in isolamento precauzionale tutta la squadra se si trova un positivo. Noi lo facciamo, altri no”.
L’impressione è quella di una stagione quasi falsata. “Fermiamo tutto” afferma l’imprenditore. “Lo dico da agosto. Ma quando l’ho proposto molte società sarde hanno detto no”. D’altra parte nessuno si aspettava il ritorno del virus. “Le perdite sono importantissime. E non solo economiche”. Sechi prova a uscire dal guado: “La Torres deve tornare a essere un punto di riferimento. Basta divisioni”. Il discorso va però oltre il dato societario: “Le istituzioni mettano a disposizione in città le strutture che non abbiamo mai avuto. Perché dobbiamo affittare il campo a Ossi?”
Il problema è lo stadio, quel Vanni Sanna su cui il presidente, che ha partecipato al bando, si aspetta una gestione diretta. Uno sforzo che richiederebbe un’unione di intenti: “Gli investitori sassaresi però si tirano indietro. Considerano la Torres un vuoto a perdere”. Nessuna progettualità condivisa ma molti egoismi. “Continua la logica”, commenta amareggiato il patron turritano, “del ‘entra un presidente ed esce l’altro’”. Ma tutte le guide sono pro tempore, ricorda il numero uno torresino che guarda avanti e chiede di smetterla con le divisioni. “Tornare tra i professionisti, questo è il nostro obiettivo. Un passo alla volta ci riusciremo. Lo vogliono in tanti, non solo noi”, conclude.