Quattro capitoli che raccontano la storia stintinese.
Ripercorre la storia del paese, spiega il toponimo di Stintino e i legami del paese e dei suoi abitanti con l’Asinara e Camogli, l’economia tra tonnara e saline. È il nuovo volume, il settimo, de “Il tempo della memoria”, che arricchisce la collana sulle “Storie, leggende, documenti di Stintino” pubblicata per la prima volta nel 2008. Il nuovo libro pone al centro la storia della chiesa parrocchiale, la cui costruzione è considerata, oltre che espressione della fede degli stintinesi, manifestazione del sentimento di solidarietà sociale e impegno civico.
Il libro, pubblicato nel 2019 ed edito dalla Edes, porta la firma, così come dei precedenti sei volumi, di Antonio Diana, sindaco di Stintino. Una collana quella de “Il tempo della memoria” che è diventata un vero e proprio strumento di divulgazione della memoria e dell’identità del paese. Un’occasione per dare ai giovani stintinesi l’opportunità di richiamare alla mente personaggi, fatti e storie da custodire gelosamente nel cuore. Per questo che il libro da lunedì sarà in distribuzione gratuita e potrà essere ritirato, su richiesta, direttamente nella segreteria del sindaco, a palazzo di via Torre Falcone.
Per il lettore rappresenterà un vero e proprio viaggio nel tempo, tra passato e presente. Uno spaccato storico del territorio stintinese, e non solo, che ripercorre anche la vita sull’isola dell’Asinara.
Quattro i capitoli che compongono il volume e che raccolgono gli interventi, i documenti e le fotografie che il 16 dicembre 2017 vennero presentate in occasione del convegno di studi “A ottant’anni dalla consacrazione della chiesa parrocchiale di Stintino. Tra I’Asinara e Stintino. Quale pastorale?”. Un momento di incontro e di riflessione per ricordare le origini del paese e che, svolto al museo della Tonnara, era stato presieduto dall’arcivescovo di Sassari monsignor Gian Franco Saba e moderato dal vicedirettore di Rai 1 Ludovico Di Meo.
Il primo capitolo ha la firma del sindaco di Stintino Antonio Diana e riporta la sua relazione del convengo del 2017 dal titolo “Stintino ieri e oggi”. Uno spaccato storico del territorio stintinese dall’epoca prenuragica sino alla prima metà del 1885 quindi una descrizione del territorio dall’anno della fondazione del paese sino ai tempi nostri. Un viaggio che farà scoprire come il territorio fosse conosciuto con il nome di Stintino già dal 1310 e che gli ovili, la tonnare e le chiesette presenti sul territorio rappresentavano luoghi di ritrovo delle comunità del tempo. Punti di riferimento che, dopo la fondazione di Stintino, cambiarono completamente, spostandosi appunto sul paese.
Il secondo capitolo è curato da monsignor Giancarlo Zichi e racconta gli ottant’anni della chiesa parrocchiale di Stintino e l’attività pastorale della Chiesa turritana tra l’Asinara e Stintino. E il capitolo diventa l’occasione per raccontare, in maniera approfondita, la visita pastorale dell’arcivescovo Sicardo nel 1703 sull’isola dell’Asinara e dell’editto regio del 1885 con il quale gli abitanti dell’isola vennero esiliati per fare spazio a un luogo di pena per detenuti. Un periodo storico travagliato che, tra mille difficoltà, portò alla nascita del borgo di Stintino quindi all’edificazione di una nuova parrocchia e alla costruzione, soltanto nel 1937, di una nuova chiesa.
Apre invece ad una storia di dialogo interreligioso all’Asinara durante la Grande Guerra il capitolo a cura del docente Giuseppe Zichi. Attraverso numerosi documenti, tratti dall’Archivio Segreto Vaticano, l’autore si concentra sul periodo che vide sull’Asinara la presenza dei prigionieri austro-ungarici.
A chiudere il libro, come il convegno del 2017 al Mut, il capitolo-relazione, curato dall’architetto Monica Ortu, su il recente restauro della Chiesa parrocchiale di Stintino, che presenta la storia della chiesa dell’Immacolata Concezione attraverso i documenti del tempo e immagini che riportano i progetti di edificazione della chiesa.