Il centro storico di Sassari invaso dalle cacche di cane e dai rifiuti

La denuncia dei residenti nel centro storico di Sassari.

Le feci dei cani e la maleducazione dei padroni. Due elementi di uno stesso fenomeno in corso da tempo al centro storico di Sassari. Da San Donato a via al Duomo, risalendo per via Turritana e piazza Tola, niente e nessuno, dall’arredo urbano- comprese le soglie delle abitazioni e delle attività commerciali- alle scarpe dei bipedi, sono risparmiati dall’incontro con le deiezioni canine. Le responsabilità sono da imputare ai proprietari delle creature a quattro zampe che, pur accessoriandole con pettorine e collari, non si muniscono dei ben più abbordabili ed economici sacchetti per la raccolta delle feci e neppure temono le tante videocamere della zona che sempre più spesso li immortalano.

Una bomba igienico-sanitaria.

Ma ora, complice il caldo, sale l’allarme per la bomba igienico-sanitaria che, temono i residenti, sembra destinata, prima o poi, a scoppiare. E a innescarla concorrono, oltre i cani, anche i protagonisti della malamovida cittadina, dediti a espletare i propri bisogni fisiologici in ogni angolo del centro storico. Il malcostume non trova freni, aiutato peraltro dall’assenza di bagni chimici a disposizione degli avventori notturni e diurni, mentre i controlli delle forze di polizia, denunciano gli abitanti, sono rari così come i passaggi delle idropulitrici. Al degrado provano a rimediare gli stessi residenti armandosi di disinfettante e pazienza e proponendo di collocare, per gli animali, una maggiore quantità di bustine per le deiezioni.

Buoni propositi e poca concretezza.

Una soluzione però, adottata in un recente passato, con risultati negativi: in tanti le usavano infatti per metterci la spesa. Resta il mezzo della denuncia, di cui si fa carico in particolare il comitato di quartiere, e che ha prodotto incontri istituzionali, buoni propositi ma esiti parziali. Intanto, ad aggravare il quadro, proliferano le blatte rosse, turiste di massa in concomitanza col caldo, e la spazzatura s’ammassa a dispetto dei nuovi contenitori. Un contesto estremo che fa esclamare agli abitanti del centro storico: “Viviamo nel terzo mondo”.

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