Al Pronto soccorso di Sassari 150 persone al giorno, alcuni pazienti trasferiti a Bosa

Altissimo il numero di accessi al pronto soccorso dell’ospedale di Sassari.

Diciannove posti letto nella Medicina interna dell’ospedale di Bosa consentiranno di ridurre la presenza dei ricoverati nelle strutture di Medicina interna, Geriatria e Patologia medica del Santissima Annunziata di Sassari. È questa la disponibilità assicurata dalla struttura ospedaliera della Planargia alla direzione strategica dell’Aou di Sassari che potrà, così, delocalizzare pazienti con patologie stabili che necessitano di ricovero. Una situazione che consentirà all’azienda di viale San Pietro di fronteggiare l’altissimo numero di accessi al Pronto soccorso del Santissima Annunziata registrati in queste settimane.

La direzione strategica ha allertato le strutture di Bed management e il Servizio dei trasporti sanitari per predisporre gli eventuali trasferimenti. In questi giorni è stata registrata una media giornaliera di quasi 150 accessi non Covid, con punte di 170, con pazienti che arrivano anche dalla Gallura e dal Nuorese. Questa mattina i tre reparti di Medicina interna, Geriatria e Patologia medica hanno dovuto far fronte a un alto numero di ricoveri.

“Ieri a fine mattinata – ha fatto sapere Bed manager, Piero Bulla – la situazione si era già normalizzata in Medicina e nel primo pomeriggio andava migliorando anche negli altri due reparti“. Dal Pronto soccorso, intanto, arriva l’invito a verificare i tempi di attesa prima di recarsi alla struttura di viale Italia. “I dati sull’app MonitorPs Sardegna sono aggiornati in tempo reale – afferma il direttore del Pronto soccorso Mario Oppes – e scegliere anche le strutture su queste informazioni, e per patologie a bassa intensità di cura, aiuta a decongestionare il pronto soccorso e a ridurre le attese per i pazienti“.

“Stiamo ricoverando circa il 23 per cento dei pazienti che accedono al nostro Pronto soccorso – spiega il direttore sanitario dell’Aou Franco Bandiera – spesso per patologie di intensità medio bassa che potrebbero essere trattate tranquillamente negli ospedali della zona di provenienza o addirittura in strutture ambulatoriali. Nel frattempo, diventa difficile dimettere quei pazienti che hanno bisogno di essere trasferiti in una lungodegenza e in una Rsa“.

“Gran parte dei pazienti viene centralizzato a Sassari ed è necessario che gli ospedali periferici sopperiscano alle necessità di quello sassarese. Il nostro è un hub – prosegue Bandiera – e dovrebbe prendere in carico il paziente ad alta intensità di cura mentre quelli a bassa intensità dovrebbero andare in periferia. È quello che la rete ospedaliera deve fare”, precisa ancora il direttore sanitario. A creare affollamento è, senza dubbio, anche la pandemia da Sars-Cov-2. La trasformazione di alcuni reparti ordinari in reparti Covid ha visto quelli internistici svolgere anche il ruolo di quelli convertiti.

La direzione strategica dell’Aou sassarese, intanto, resta sempre in allerta per la recrudescenza della pandemia. “Abbiamo imparato a conoscere questa malattia – riprende Bandiera – prima aumenta lentamente e quando i numeri salgono velocemente, a distanza di alcuni giorni, crescono anche i ricoveri. Questo potrebbe portarci a dover reclutare altri reparti Covid, con possibili ripercussioni sulle altre unità operative No-Covid, con possibile loro affollamento”.

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