Pazienti trasferiti dalla lungodegenza di Ittiri, tensione fuori dall’ospedale

Tensione fuori dall’ospedale di Ittiri.

La decisione di trasferire i pazienti dalla lungodegenza dell’ospedale di Ittiri a quella di Ghilarza e Sorgono non è andata giù ai congiunti, che da questo pomeriggio stanno presidiando il nosocomio del Coros.

La decisione.

La decisione dell’Ats sarebbe da ricercarsi nella volontà di chiudere completamente l’ospedale ittirese per trasferire i medici ed infermieri nei reparti Covid di Sassari. Non un problema di posti letto come invece sta avvenendo in queste ore al Santissima Annunziata, dove è prevista la delocalizzazione dei pazienti in altri presidi ospedalieri. Nel pomeriggio, diversi medici hanno ricevuto l’ordine di servizio di recarsi, già a partire da domani, in altri plessi ospedalieri.

La protesta.

I congiunti dei pazienti in Lungodegenza hanno protestato sia all’interno che all’esterno del nosocomio. “Stanno smantellando tutto. Abbiamo trovato le ambulanze che volevano portare via anche mia mamma. Ci siamo rifiutati. Non si può portarla da qui a Ghilarza“, fa sapere una donna. Parole condivise da un uomo, che all’interno ha una parente: “Ci devono spiegare cosa sta succedendo. Non consentiremo di spostare i nostri cari da qui ad un posto difficilmente raggiungibile, visto che dista quasi 100 chilometri“.

La situazione.

Al momento, nell’ospedale di Ittiri si trovano ricoverate poco meno di 20 persone. In diversi casi, le ambulanze sono dovute andar via vuote, poiché i parenti hanno protestato energicamente impedendo di portar via i loro cari. Ciò, tuttavia, non ha impedito di portarne via alcuni, ma in diversi casi il personale medico, obbligato a rispettare la delibera dell’Ats, non è riuscito ad avvertire i parenti dei lungodegenti, con il rischio che possano recarsi nella struttura senza trovare i loro cari.

La denuncia.

Quanto sta avvenendo in queste ore potrebbe avere strascichi giudiziari. Un gruppo di persone domani sporgerà denuncia presso la locale caserma dei carabinieri, mentre altri hanno provveduto ad inviare una diffida tramite il proprio avvocato. “Domani ci recheremo in caserma per denunciare questa situazione. Ci dicano se devono sacrificare i nostri parenti per evitare la zona gialla, oppure se la situazione è peggiore di quanto affermano e non ci stanno dicendo la verità”, afferma uno dei presenti all’esterno della struttura.

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