La storia di coraggio di Cristina: dal coma alla rinascita, ora sfilerà sulle passerelle di Parigi

La storia di Cristina Pisanu a Thiesi.

Questa è una storia di dolore. Vita e rinascita. Di quelle che raramente capita di raccontare, soprattutto per come la persona interessata affronta ciò che il destino le ha riservato. E Cristina Pisanu, 45 anni, parrucchiera di Thiesi, riesce a farlo ogni giorno col sorriso.

Cristina è una giovane donna bella e dinamica, che appena 19enne inizia a lavorare come parrucchiera in un salone a Sassari. Il lavoro e la passione per lo stesso, l’ha ereditato da sua madre che a Thiesi gestisce un salone. Cristina a soli 26 anni, rileva l’attività della madre; si sposa con Gianluigi e diventa madre di due figli: Francesco ora 17enne e Raffaella ora 14enne.

La vita di Cristina scorre serena, tra la famiglia ed il suo impegno nel salone. Sino a quando, il 18 novembre 2018, mentre è al lavoro Cristina avverte un forte dolore ad un fianco. Lancinante ed improvviso. Essendo una persona attiva e dinamica, senza alcuna patologia pregressa, Cristina inizialmente non si preoccupa: prende un antidolorifico e rientrata a casa si mette a dormire. Nell’arco delle 24 ore successive la situazione precipita: Cristina sta sempre peggio e viene ricoverata all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari, dove ha un arresto cardiaco che la porterà ad essere trasferita nel reparto di Rianimazione, nel quale entra in coma.

Cristina resta in coma per un mese e viene trasportata con l’elicottero all’ospedale Marino di Cagliari. Nel corso di quei giorni terribili, il marito viene avvisato sin da subito che sua moglie potrebbe morire da un momento all’altro, mentre i figli vengono tenuti all’oscuro di tutto. Durante il coma, Cristina sogna. Sogna tanto. E nei suoi sogni appare ricorrente una bambina, che si prende cura di lei: la lava, la pettina, le spinge la carrozzina. Oggetto che al risveglio diventerà di uso quotidiano per Cristina, perchè a seguito del fatto che i suoi arti stiano andando in necrosi, le vengono entrambi amputati. Prima le gambe e a distanza di poco le mani.

Dal coma al risveglio.

Quelle mani che per Cristina rappresentano strumento indispensabile anche per svolgere il suo lavoro. Nonostante questo affronta il percorso di cure e riabilitazione con serenità: “Quando dieci giorni dopo il mio risveglio dal coma, mi hanno amputato le gambe, la mia reazione è stata di gioia. Avevo capito che avevo passato qualcosa di grave. Mi sono girata verso mio marito che piangeva e gli ho detto di stare tranquillo”. Successivamente i due coniugi diranno ai loro figli quanto accaduto alla madre, tutto provocato come appureranno successivamente gli esami, da una malformazione renale.

A gennaio 2019, Cristina esce finalmente dall’ospedale ed inizia sin da subito a scrivere il libro su quanto accadutole intitolato “La mia unica vita, la mia vita unica”, facendosi aiutare dalla dottoressa Valeria Sassu, psicoterapeuta di Cagliari, sposata a Thiesi ed amica e cliente di Cristina. A luglio 2019, per Cristina arriva una novità: le sue protesi, con le quali riesce a camminare, a reggersi in piedi, a truccarsi. Sì, perchè in tutto questo frangente, Cristina non perde mai la sua femminilità. Lei continua a vedersi e sentirsi bella. A sentirsi donna. “La femminilità per me non è cambiata – dice Cristina – non mi sono mai sentita brutta, perchè se una è viva e si sente bella dentro, basta questo per sentirsi bene. Io con il mio sorriso, ho sempre trasmesso la dolcezza e nè mio marito, nè i miei figli, si sono mai vergognati di me. Sono una donna che si è ripresa la vita: ho ripreso a lavorare nel mio salone, rispondendo al telefono e gestendo tutta l’attività. I miei figli sono per me insieme a mio marito un valido aiuto; sono sempre presenti e responsabili, non mi lasciano mai sola. Mi aiutano a vestirmi, a mettermi le protesi, ci sono sempre: questo è quello che mi dà la forza per andare avanti, io a loro e loro a me”.

La disabilità non è un limite.

Già, le protesi. Sono un po’ il tallone d’Achille di Cristina, perché se da un lato le permettono di condurre una vita pressoché normale, dall’ altro sono costosissime e vanno cambiate almeno ogni due anni. Un costo che non è coperto per intero dal Servizio Sanitario Nazionale e che Cristina affronta grazie alle donazioni che i suoi amici raccolgono con l’associazione che per lei hanno creato dal nome Asteroidea. Ma le stesse calze per le protesi, le ginocchiere, tutto ha un costo altissimo. E la frustrazione di Cristina è dovuta al fatto che, “nonostante abbia sempre pagato i contributi, ad oggi non mi hanno dato nulla per affrontare questa situazione”.

Cristina per fortuna è una forza della natura e non si lascia abbattere. Sua figlia le ha dedicato la tesina dell’esame di terza media che discuterà nei prossimi giorni. Continua ogni giorno a portare avanti il suo salone e ha creato un prodotto solare per i capelli che presto entrerà in commercio. A settembre sfilerà anche a Parigi per un grande stilista di fama mondiale: “Ancora non posso dire il nome dello stilista per il quale sfilerò, ma so che la location della sfilata è una bellissima villa e che sono l’unica amputata ad entrambi gli arti che parteciperà a questo evento, che affronto con orgoglio perché penso che la disabilità non sia un limite, ma un incentivo ad accettarsi per quello che si è“, conclude Cristina.

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